Cosa succede quando la fotografia volge lo sguardo su se stessa? In L’oro del tempo, il leggendario sperimentatore italiano Mario Cresci (Chiavari, 1942) si confronta con la vasta collezione fotografica dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) di Roma, trasformando materiale storico in un dialogo tra passato e presente.
Durante la sua residenza all’ICCD, Cresci ha sfogliato migliaia di albumine, aristotipi, dagherrotipi e carte salate ottocentesche. Da questo oceano di lastre e stampe ha estratto due costellazioni d’immagini al femminile: i ritratti mondani di Mario Nunes Vais, scintillanti di ironia, e le fotografie di statuaria greco‑romana realizzate nelle prime campagne di documentazione del patrimonio nazionale. L’artista ne isola dettagli, li moltiplica, li sovrappone, li piega in composizioni ludiche in bianco e nero dove segni leggeri e pesanti si trasformano in altre forme, altri significati
Ogni immagine è materia viva, pronta a migrare verso nuove letture. Cresci ci ricorda che la realtà non è soltanto ciò che vediamo, ma ciò che sentiamo «nel trascorrere del tempo». Il titolo della mostra riprende l’epitaffio di André Breton, Je cherche l’or du temps: una caccia all’oro segreto che resiste, prezioso e incorruttibile, nel flusso delle epoche.
Fino al 31 ottobre 2025 su appuntamento | Scrivere a desk.iicla@esteri.it
Mostra finanziata tramite il Bando di Promozione della Fotografia Italiana all’Estero promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
INAUGURAZIONE
Venerdì 30 maggio 2025 | ore 18:00
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A LOS ANGELES
1023 Hilgard Avenue Los Angeles, CA 90024